Violenza sulle donne: l’Italia fallisce nella protezione delle donne? Le critiche europee.

Da gennaio ad oggi, ben 31 donne hanno perso la vita per mano dei loro compagni, mariti o ex partner. Questo tragico numero segna una situazione allarmante in Italia, che ha attirato l’attenzione di tutto il mondo. La Corte europea dei diritti umani non è rimasta in silenzio di fronte a tali atrocità e ha condannato l’Italia, esortando il paese a prendere provvedimenti concreti e a redigere un dettagliato documento analitico.
In un contesto in cui la violenza contro le donne continua a rappresentare un problema cruciale e diffuso, la risposta delle autorità italiane si è dimostrata del tutto insufficiente. Non solo il numero di femminicidi è in costante aumento anno dopo anno, ma anche la capacità delle istituzioni di fornire una risposta efficace sembra vacillare. I dati presentati dalle autorità italiane al Consiglio d’Europa sono stati esaminati con grande preoccupazione dal comitato dei ministri, rivelando una situazione ancora più complessa di quanto si potesse immaginare.
L’analisi degli esperti mostra che una vasta percentuale delle denunce per violenza domestica e sessuale viene archiviata nelle fasi preliminari delle indagini. Questo solleva seri dubbi sulla capacità e l’efficacia delle indagini in corso. Allo stesso tempo, gli ordini di protezione, che rappresentano uno strumento cruciale per proteggere le vittime dalla violenza, vengono raramente utilizzati e, quando lo sono, spesso vengono violati.
Il bilancio delle vittime continua ad aumentare in modo drammatico. Mentre nel 2022 abbiamo assistito alla tragica cifra di 56 femminicidi, l’anno più nero rimane il 2018, quando ben 71 donne sono state brutalmente uccise. La tendenza è chiaramente in crescita, un dato che getta un’ombra molto negativa sull’Italia sul palcoscenico internazionale.
È quindi diventato imperativo che l’Italia risponda con decisione e rapidità. La Corte europea dei diritti umani ha manifestato più volte la sua insoddisfazione verso il paese, condannando le inefficaci misure adottate finora. Con una scadenza fissata per il 30 marzo dell’anno prossimo, l’Italia è ora sotto forte pressione per presentare un documento che illustri in dettaglio le azioni e i progressi compiuti nella lotta alla violenza di genere e alla discriminazione.
Ma le richieste non si fermano qui. Il comitato dei ministri chiede anche una rapida conclusione dei processi penali contro i responsabili di due specifici casi di violenza e mostra profonda preoccupazione per il mancato risarcimento danni deciso dalla Corte di Strasburgo. Con una scadenza ulteriore fissata al 15 dicembre, l’Italia deve fornire informazioni aggiornate sullo stato dei procedimenti in corso. Le autorità sono inoltre chiamate ad indagare sulle minacce di morte e le violenze subite da una delle donne e dai suoi figli. Inoltre, un risarcimento per danni morali, stabilito da Strasburgo nell’aprile 2022, deve essere pagato ad un’altra vittima.
L’Italia si trova oggi di fronte a una serie di sfide e richieste cruciali da parte della comunità internazionale. La necessità di agire con determinazione e prontezza non è mai stata così urgente.