Migranti etiopi sotto attacco: i dettagli inquietanti dei massacri al confine saudita!

Migranti etiopi sotto attacco: i dettagli inquietanti dei massacri al confine saudita!
Arabia Saudita

Una barbarie senza fine, un massacro impietoso perpetrato ai danni dei migranti etiopi che osano tentare di attraversare il confine saudita dallo Yemen. La cruenta guardia fronteriza dell’Arabia Saudita, senza alcuna pietà, ha sparato con mitragliatrici e mortai, senza discrimine, contro queste persone disperate e disarmate, causando la morte di centinaia di individui innocenti. Secondo un recente rapporto di Human Rights Watch, le prove raccolte da testimoni oculari degli attacchi e le immagini dei corpi senza vita e dei luoghi di sepoltura lungo le rotte migratorie non lasciano spazio a dubbi: si tratta di un macabro e sistematico sterminio. Il numero di vittime potrebbe addirittura raggiungere cifre spaventose, si parla di migliaia di persone che hanno trovato la morte per mano delle guardie saudite.

Le Nazioni Unite, da tempo, hanno sollevato dubbi e preoccupazioni riguardo all’atteggiamento violento dell’Arabia Saudita nei confronti dei migranti lungo il suo confine meridionale con lo Yemen, un paese già martoriato dalla guerra. Un numero sempre crescente di attacchi è stato documentato, i migranti che cercano disperatamente una speranza di salvezza vengono accolti con una pioggia di proiettili e esplosivi. È difficile comprendere quale possa essere la logica assassina che si cela dietro a tali azioni, come se la sofferenza e la morte di queste persone fossero solo un dettaglio insignificante nell’arido scenario del Medio Oriente.

Un fatto che desta ulteriormente sconcerto è che, secondo le statistiche del 2022 dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, circa 750.000 etiopi risiedono in Arabia Saudita, ma fino a 450.000 di loro potrebbero essere entrati nel regno senza autorizzazione. Tuttavia, la guerra civile che imperversa da due anni nella regione settentrionale di Tigray ha spinto decine di migliaia di etiopi a cercare rifugio altrove. L’Arabia Saudita, travolta da una crisi di disoccupazione giovanile, ha deciso di rimandare migliaia di persone in Etiopia, in collaborazione con il governo di Addis Abeba, sperando così di risolvere i propri problemi interni a spese di vite umane già in grave pericolo.

Il rapporto di Human Rights Watch, basato su testimonianze di 38 migranti etiopi e quattro parenti di coloro che hanno tentato di attraversare il confine tra marzo 2022 e giugno 2023, è una prova eloquente dell’orrore che viene perpetrato in quelle zone. I migranti raccontano di aver visto le guardie saudite sparare direttamente contro di loro o lanciare esplosivi contro gruppi di persone disperate. I loro racconti sono pungenti, colmi di terrore, con dettagli agghiaccianti sui corpi di donne, uomini e bambini, sparsi sul terreno montuoso, alcuni gravemente feriti, altri già privi di vita.

La situazione dei migranti etiopi è drammatica non solo in Arabia Saudita, ma anche nello Yemen, dove vengono detenuti, maltrattati e persino uccisi. Negli ultimi tempi, l’organo per i diritti umani delle Nazioni Unite ha espresso crescente preoccupazione per gli attacchi sferrati dalle forze saudite ai danni dei migranti provenienti dallo Yemen. Nel mese di ottobre del 2022, l’ONU ha inviato una lettera di protesta a Riad, segnalando che i loro investigatori avevano ricevuto numerose segnalazioni di bombardamenti e sparatorie da parte delle forze di sicurezza saudite, che avrebbero provocato la morte di almeno 430 migranti e il ferimento di altri 650.

La scena che si staglia davanti a noi è una tragedia umana di proporzioni inimmaginabili. Il sangue dei migranti etiopi bagna la sabbia del confine, mentre le autorità saudite sembrano non interessarsi minimamente alla vita umana. È un grido di dolore che si innalza dal deserto, un grido che chiede giustizia, un grido che non può e non deve rimanere inascoltato. È ora che il mondo si svegli, che le istituzioni internazionali agiscano con fermezza e che i responsabili di queste atrocità vengano chiamati a rispondere di fronte alla giustizia. Non possiamo più permettere che le sabbie del deserto siano insanguinate da una violenza insensata.